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Come affrontare l’ansia da lavoro sbagliato

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Se stai leggendo questo articolo, è perché probabilmente sei nel lavoro sbagliato. La mattina ti svegli e l’unica che che pensi è:

MA CHI ME LO FA FARE?

C’è una forma di malessere particolare, legata al lavoro, che è l’ansia da lavoro sbagliato. Come si manifesta?

Ti pervade l’agitazione al solo pensiero di andare a lavoro, ti assale dappertutto, prende il controllo a partire dal petto e poi ti chiude la testa. I pensieri si accavallano veloci, ma quello che portano con sé è un’unica voce che non fa altro che ricordarti quanto non vuoi alzarti da quel letto e affrontare tutto. Perché, chi te lo fa fare?

Solo ieri sera, mentre fantasticavi con qualche bicchiere di vino di troppo, l’idea di mollare tutto e metterti in viaggio per il mondo sembrava così raggiungibile.

Come gestire tutto questo? C’è una via d’uscita, che ne sono diverse, sei costretto a vivere così il resto dei tuoi giorni?

La sensazione di affogare

Proviamo a vederla con una metafora: quella del mare in tempesta, e tu lì, nel mezzo. Ti salvi? Non ti salvi? 

Ho scelto questa immagine perché mi è capitato di sognare di stare per affogare in quelle situazioni in cui mi sentivo stretta.

Bastava però prestare attenzione al mio corpo e alla mia mente, nella veglia, per rendermi conto che il sogno era una precisa fotografia: mi sentivo di affogare, anche se da fuori non si vedeva nulla, e l’aria non mi mancava. 

Nel mio lavoro come psicologa ho riscontrato che questa sensazione è comune in tante di quelle persone che soffrono in contesti che schiacciano. E spesso viene affiancata all’ansia da lavoro sbagliato. 

Ma se l’aria c’è, e non siamo immersi nell’acqua, che cos’è di noi che affoga?

Affoga la capacità di alzare la testa, manca l’energia, si spegne la motivazione. 

E così, come quando si sta per affogare, tutta l’energia utilizzata per tornare in superficie, per dare il meglio di sé, viene sempre meno, e ci si abbandona ad un vuoto assordante. Sentire di non farcela. 

Tornare a respirare

A volte, per quanto tu possa muovere le braccia, il mare sarà sempre più travolgente. Perché forse sei controcorrente, e la forza non basta. 

E quindi smetti di agitarti per essere diverso, più abile, più intraprendente. Potrebbe rivelarsi solo uno spreco di energie preziose. 

Chiediti prima di tutto perché questo mare è così difficile da domare:

  • che caratteristiche vorresti cambiare del tuo lavoro?
  • cosa invece può rimanere uguale?
  • come ti sentiresti se trovassi lo stesso lavoro, in un contesto diverso?
  • e se cambiassi invece completamente settore, che tipo di lavoro faresti?

Ogni risposta a queste domande è una bracciata potente che riesce a portarti oltre più su, e, una volta a galla, sarà più facile rimanerci se si conosce la direzione. 

Scomporre le cause dell’ansia da lavoro sbagliato 

A volte, quando si cambia lavoro, capita di sapere da cosa si fugge, ma non verso dove. 

Quale fattore, o quali fattori, ti genera maggiore malessere, tanto da pensare di essere nel lavoro sbagliato?

Fattori esterni:

Fattori economici: un aumento di stipendio o un bonus possono essere un buon motivo per cui impegnarsi e sostenere la nostra motivazione. Se questo aspetto è troppo trascurato, al contrario, anche il più appassionante dei lavori può risultare demotivante.

Bisogni sociali: a volte ci “mettiamo in moto” per sentirci utili o apprezzati da chi sta vicino a noi e intessere relazioni, e possiamo sentirci demotivati se questi fattori sono carenti.

Aspetti organizzativi: quando il nostro ruolo è soddisfacente e le cose in azienda “funzionano bene”, questo ci dà la spinta a fare del nostro meglio, perché sentiamo che i nostri sforzi sono ben indirizzati.

Fattori interni:

I valori personali, i propri obiettivi e la direzione che vuoi percorrere sono la vera bussola che può indicare dov’è il lavoro più giusto per te.

Per approfondire, ti consiglio la lettura del mio articolo: mi sento senza una direzione, come fare?

L’ansia da lavoro sbagliato richiede scelte

Se senti che non sei dove vorresti essere, chiediti se vale la pena. E se sia davvero l’unico modo per emergere. 

Che non sia una lotta per domare il mare, e quindi adattarsi a tutti i costi, ma per varcare orizzonti, con il vento favorevole. 

Se stai passando un momento di difficoltà a lavoro e hai necessità di un supporto per trovare la tua direzione in cui nuotare, puoi scoprire qui come possiamo lavorare insieme. Capiremo come agire per risolvere la tua problematica e raggiungere i tuoi obiettivi

Informazioni sull’autrice

Federica Mancuso Psicologa. Sono specializzata in benessere lavorativo e personale e il mio obiettivo professionale è quello di permettere alle persone di creare una vita a propria immagine e somiglianza. E quindi la propria realizzazione.

Scopri di più.

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